giovedì 31 dicembre 2009

Un altro contributo al bestiario linguistico crosiota 2.0

Io mi divertirò a fare le pulci (o a correggere le bozze), e forse è una 'deformazione professionale' come il gomito del tennista o la lingua del lecchino,

martedì 29 dicembre 2009

Libro Bianco del Welfare e Anziani Crosioti: Emergenza Auto-sufficienza



Oltre mille soggetti tra istituzioni,organizzazioni rappresentative di interessi e valori, e singoli cittadini che hanno partecipato alla redazione del “Libro Bianco sul futuro del modello sociale”.
Una nuova esigenza culturale, nata dall’esigenza di disegnare un nuovo modello di sviluppo del Welfare in Italia.
La centralità della persona, nella sua multidimensionalità, e il lavoro, in quanto luogo privilegiato per realizzare il proprio progetto di vita, sono il contesto valoriale sul quale fondare il Welfare del futuro. Un futuro in cui sostenibilità ed equità

sabato 26 dicembre 2009

Le Riflessioni che portano alle scelte

Art. 49. della Costituzione Italiana
"Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale."

giovedì 24 dicembre 2009

Un altro contributo al bestiario linguistico crosiota

Nel Medioevo i bestiari erano spesso opere di edificazione. Contenevano la descrizione di animali fantastici e grotteschi, e a ciò si accompagnava una 'morale'. Questa rubrica, tentando di ispirarsi a quei modelli, vorrebbe segnalare gli 'orrori' crosioti a fini di edificazione morale.

mercoledì 23 dicembre 2009

E' APERTO CALOPEZZATI?

GRAZIE DELL'INVITO A PARTECIPARE AL BLOG!

Solo da marzo ho aperto una Parafarmacia nel nostro "prezioso"comune dopo dieci anni di valigie di cartone e trafile varie! Inizialmente credevo di poter servire a poco, visto la minima parte di farmaci concessa dal noto segretario Bersani alla libera vendita!Con il tempo ,al contrario , mi sono accorto di essere utile alla gente più di quanto immaginassi....

Ciò avviene in particolar modo al sabato e alla domenica quando, nel nostro centro,lo dico con molta amarezza, non sono presenti servizi per la dispensazione. Infatti nel paese esiste una sola farmacia. Sorge anche un secondo esercizio fuori dal centro cittadino. Di fatto copre la frazione di Sorrento. Vorrei far notare ,poi, come entrambe ( è questo non mi è chiaro ) effettuano turnazione con l'esercizio di vicinato presente in un altro comune quello di Calopezzati! Si viene a creare cosi una situazione di malcontento tra la cittadinanza! Infatti non tutti sono provvisti di mezzi di locomozione nè ,trattandosi di persone anziane, di forze adeguate per spostarsi ...

Nel mio piccolo ho sempre cercato di soddisfare le richieste dei clienti . Tuttavia in alcuni casi, causa l'attuale legislazione in materia, non sono riuscito a pieno ad adempiere ai miei doveri deontologici . Cosi ,spesso e volentieri, mi veniva posta la fatidica domanda "è aperto calopezzati?"da cui il titolo del post...

Vorrei fare presente ,sempre nella logica di creare per questa nostra terra qualcosa di costruttivo, che l'attuale giunta dovrebbe occuparsi oltre dei vari piani di risanamento per le spiaggie , i cui soldi sono arrivati grazie alla politica dell'assessore Incarnato dietro però progetti presentati tempo fà da altre amministrazioni comunali, oltre di agende super costose per gli attuali amministratori ,anche di stilare una pianta organica come in ogni altro comune la quale poi và visionata ed aggiornata ogni due anni.Solo dopo aver redatto tale strumento di controllo del territorio ed averla resa pubblica si potrebbe inoltrare una richiesta alla regione per far si che essa bandisca un concorso per l'assegnazione di una sede farmaceutica. Esistono di fatti due criteri che la pianta organica può stabilire 1)un aumento demografico ovvero ogni tot di abitanti una sede farmaceutica 2) un criterio territoriale in base al quale se presente un agglomerato urbano distante dall'ultimo esercizio un tot di chilometri è necessario aprire una sede che copra quest'ultimo (Crosia). Mi dispiace dirlo ma anche qui nel nostro paese, come del resto nella restante nostra regione , si sottovaluta l'importanza ed il ruolo della farmacia ... Essa , come insegnava il buon Giolitti , dovrebbe essere utile alla gente in quanto servizio al pubblico... La si considera invece come una sorta di business volta solo a far soldi per i titolari che come tante altre lobby pensano a difendere i loro illimitai privilegi. Sempre Giolitti analizzò il concetto di "Farmacia comunale" ovvero una sede il cui titolare fosse il comune e si battè per il sorgere di quest'ultime. Concetti nemmeno minimamente percepiti dalla maggior parte dei politicanti calabresi i quali considerano gli enti pubblici come qualcosa di malsano ed obsoleto preferendo cosi il privato. Basta pensare che in tutta la regione calabria sono presenti due farmacie comunali... Tante e tante altre sono le cose di cui potremmo oggi discutere ...
Vi lascio ,per ora , con la promessa di un nuovo intervento prossimo su questo blog
e vi auguro BUON NATALE
Bruno Stasi

Gli Immigrati e il Natale : una proposta possibile?


Che cosa sia il Servizio Sociale, non è semplice sostenerlo. Non esistono definizioni univoche per definire cosa esso sia.
Le attuali normative in vigore sono tutte concordi nel dare una maggiore visibilità e capacità progettuale agli enti territoriali. Il Comune diventa protagonista indiscusso all’interno delle politiche di Welfare, determinando, quello che gli studiosi chiamano, il “WELFARE MUNICIPALE”.
La conoscenza del territorio diventa prerogativa indispensabile per ideare e dar “vita” a ipotesi progettuali efficaci, atte a soddisfare i bisogni latenti e manifesti di una determinata popolazione.
Il nostro Comune è un territorio molto particolare sotto alcuni punti di vista, e, per altri aspetti, molto simile ad altri. Più che mai, diventa indispensabile saper leggere e “decodificare” la domanda “sociale”: ossia rispondere in modo mirato a determinate problematiche sociali.
Che tipo di risposte mi aspetto da un governo (seppur locale) nell’area sociale? Qui non voglio altro che fornire una breve sintesi sulle linee che, a mio avviso, si debbano necessariamente perseguire nella nostra comunità locale di riferimento.

Il ruolo degli immigrati nel nostro Comune

Parlando con la gente comune, mi sono tragicamente resa conto che l’avversione per gli immigrati è cresciuta in maniera vertiginosa. Questo, inutile dirsi, è causato da una molteplicità di fattori: dai mass media, veicolati dai politici di turno, che la implementano con riferimenti normativi che nemmeno lontanamente abbracciano le politiche multiculturali .
Chi sono gli “immigrati” nel nostro Comune?

domenica 20 dicembre 2009

FATA MORGANA

si racconta che quando i normanni arrivarono alla punta estrema dello stivale giunsero alle rive di Reggio Calabria,

sabato 19 dicembre 2009

LA TRASPARENZA

La trasparenza amministrativa è una battaglia per chi non è al governo.

domenica 13 dicembre 2009

SULLE SCELTE E LE RESPONSABILITA’ (LETTERA APERTA)

Inutile negarlo, a Crosia, si è dimostrato chi sa fare la raccolta del consenso e sa come agire per raggiungere l’obiettivo politico, che in ultima istanza è quello di vincere la competizione elettorale, a prescindere se si tratta di quelle amministrative o di quelle europee.Non c’è niente da fare, gli artefici sono sotto gli occhi di tutti, ed è inutile cercare scuse o altro. E’ dimostrato che tutto dipende dagli accordi preelettorali, ed in questo si è dimostrato la bravura e la perizia dell’attuale Sindaco e del neo eletto Consigliere Provinciale. E’ inutile e tedioso cercare le ragioni di una vittoria schiacciante se non si parte da quest’asserzione.Non tutti erano convinti della figura del Sindaco, sia all’interno del proprio partito, sia nella coalizione, la bravura di questi è stata quella di non far creare un’alternativa possibile.Le manovre sono state molteplici, sapevano che l’unico pericolo stava nel centrosinistra stesso, sapevano anche che si stava creando una forte opposizione verso quello che qualcuno a definito “patto scellerato”, in particolare sulla figura del Sindaco. Bene, si è usato una tecnica vecchia quanto il mondo la DIVIDE et IMPERA.I fronti pericolosi del dissenso erano tre:1. uno interno, costituito dal gruppo che facevano capo al prof. di Crosia, appoggiato all’esterno dall’IDV;2. l’altro costituito dal PDCI e dal PRC, che scottati dall’elezioni politiche, erano in cerca di rivincita, è che pretendevano la candidatura a Sindaco;3. Infine il PSE.Lo sforzo di queste tre aree era quello di unirsi e procedere alla creazione di una lista alternativa, dai più considerata vincente.La bravura della “Diarchia” politica locale è stata quella di rendere impossibile la loro unione.In primis, si è lavorato sul PSE, sul suo animus profundis, prospettandogli un asse PD-PSE sulla futura amministrazione, lato molto sensibile per chi fino a tre anni fa era un soggetto primario della politica locale ed oggi non è altro che un comprimario.Questa mossa, più che per la sua utilità ai fini del consenso, era fatto in un’ottica più profonda e lungimirante, quella di dimostrare la propria forza persuasiva e la propria forza contrattuale nei confronti di chiunque, insomma un avviso ai naviganti.L’opera d’arte, però, è stata l’annientamento del reale pericolo quello della costruenda alleanza tra PRC, PDCI, IDV e il movimento di dissenso interno del PD.Si è iniziato demonizzando il Prof. di Crosia, è inutile riportare le voci e i rumors che sono stati messi in giro. Poi si è passato a lavorare sul PDCI, anche in questo caso si è agito sfruttando il loro animus profundis. Il PDCI, conscio del proprio consenso a livello locale, dimostrato nelle ultime campagne elettorali amministrative, aveva due obiettivi, uno legato all’altro, ma divisibili, come poi si è dimostrato, il primo, quello imprescindibile, era quello di vincere, il secondo quello di esprimere un proprio candidato a Sindaco. Si è lavorato sul primo e sul secondo, sul primo facendo emergere una vittoria certa su una incerta, sul secondo assecondandogli sulla scelta delle primarie.Venendo meno il PDCI, i possibili alleati si sono trovati a fare una scelta problematica, continuare nel progetto di creare una lista alternativa di Sinistra, o almeno di centro sinistra, o cedere alla realtà senza combattere.E, qui entra in gioco, la capacità di reggere o meno il gioco, l’esperienza politica e la capacità politica, e la propria convinzione di essere nel giusto, in altri termini gli attributi.L’IDV era una giovane forza politica, nel nostro paese, che aveva saputo crearsi un certo alone di consenso, badate bene non che aveva il consenso, ma che lo avrebbe potuto avere. Si è agiti sulla scarsa esperienza e preparazione politica di alcuni suoi dirigenti, facendoli dilaniare dal proprio interno, e di fatto sparire dalla scena politica locale.I rimasugli, PRC e alcuni dei dissidenti del PD, non hanno che potuto constatare il fallimento del progetto, il primo ha deciso di non partecipare alla competizione elettorale, i secondi si sono sparpagliati tra pentiti e reprobi.Dal loro punto di vista il PRC, in particolare per il PDCI, avrebbe dovuto piegarsi per non restare escluso dalla competizione elettorale, e dalla possibile affermazione, vistosi isolato, non tenendo conto che il PRC è un partito che vuole governare, ma, considerando anche le ultime esperienze nazionali, se vi sono le oggettive condizione di pari dignità ed i margini di manovra politica propri della democrazia, cosa che il PRC locale non ha visto e non vede in questo progetto portato avanti dalla Diarchia.In ultima analisi, non si voleva che si creassero quattro liste, due delle quali espressioni del centrosinistra (PD e altri, PRC-PDCI-IDV ed altri), e due espressione del centrodestra (Antonio Russo ed altri, Tassone o Morello ed altri), cosa perfettamente riuscita.Vorrei fare una considerazione infine su questa vicenda: “a tutti quelli che pensano che fare politica sia un gioco, eccovi una dura lezione, un consiglio spassionato imparate, anche la politica ha le sue regole, e nessuno nasce imparato”.In conclusione, il PDCI ha vinto, ma ha ottenuto una vittoria di Pirro se è vero, com’è vero che, nonostante abbia ottenuto uno straordinario successo si trova con un assessore (anche se vicesindaco) e un consigliere comunale, un candidato provinciale che prende meno voti del candidato del bistrattato PRC locale e dell’IDV, ed ha messo a dura prova la possibile alleanza con lo stesso PRC locale, cosa fatta dai vertici provinciali, regionali e nazionali. Ma, la cosa più grave politicamente (e sì che i loro dirigenti sono politici navigati) si trovano alla mercè delle decisioni del PD locale ed hanno avvallato l’azione egemonica del Sindaco e del Consigliere Provinciale, tant’è vero che alla consueta festa della vittoria in piazza essi (insieme ai socialisti e all’IDV) sono stati tagliati fuori, insomma hanno consegnato la sinistra locale (almeno questo è quello che pensano i più) alla diarchia Sindaco-Consigliere Provinciale, speriamo, almeno, che essa dia i risultati attesi dai cittadini. D’altronde a fronte di undici consiglieri più il Sindaco si è venuta a creare una coalizione di maggioranza fatta da ben sette consiglieri (di cui tre assessori) di un unico partito più il Sindaco, con l’esponente consigliere dell’IDV e del PSE molto vicini chi al PD (è stato lungamente un suo tesserato, prima come DS e poi come PD) e chi alla figura stessa del Sindaco, quindi non è del tutto errato parlare di una coalizione PD-PDCI, con il PDCI fortemente minoritario (ricordiamo che la maggioranza in Consiglio Comunale è formata da otto consiglieri più il Sindaco), per questo si parla di vittoria di Pirro!L’IDV, ne esce con le osse rotte, dalla sua pretesa di rappresentanza con più candidati nella lista (si parlava addirittura di sei) ridotta mano a mano fino a due, ed eletto uno solo, quello meno vicino alla dirigenza dell’IDV locale, ed in ultima analisi unico partito della “coalizione” che ha preso più voti con il proprio candidato provinciale e a livello europeo che non con la somma dei propri candidati presenti in lista. Questo sarà dovuto a qualche errore della dirigenza locale? Un partito sciolto come neve al sole, mentre nel resto d’Italia va a gonfie vele, mah!Del PSE, è meglio mettere un velo pietoso, non è riuscito a far eleggere neppure il proprio segretario, forse finalmente capiranno che non sempre l’opportunismo politico paga.Ma, bando alle ciance, oggi c’è un nuovo re, viva il re, e speriamo che non ci faccia rimpiangere i vecchi principi.Un augurio sentito ed accorato, oggi si ha tutte le possibilità di far uscire dalle secche istituzionali il nostro paese, non ricadiamo in polemiche scialbe e prive di senso, lavorate, lasciate perdere chi ha fatto chi e cosa, oggi siete Voi a governare e Voi risponderete verso la cittadinanza dell’agire amministrativo. E’ inutile e patetico distribuire volantini casa per casa per far sapere il disastro finanziaria che ci avete trovato, tutti noi lo sappiamo, cercate di vedere come uscirne, così come avete promesso ai Vostri 3000 elettori.In conclusione il PRC continuerà a fare opposizione costruttiva, come ha fatto in questi anni, da fuori del consiglio comunale, conscio del rischio politico che si è assunto, cercando di costruire un’opposizione che si rileverà reale alla prossima tornata elettorale contro, non alla coalizione attualmente vincente, ma alla Diarchia a cui i “lungimiranti politici locali” hanno condannato il nostro paese.
Mirto – Crosia, li 10 09 2009
Cataldo Muraca
Membro del Comitato Direttivo Provinciale del PRC

Risposta ai soliti politicanti che fingono di cambiare Mirto Crosia

Mirto è stato massacrato da molte amministrazioni marce,la gente,costruttori,giovani che pretendono un posto di lavoro servito sul piatto d'argento,gente che ha bisogno dei cosiddetti "favori",gente che è "condannata" a votare ,si può dire a vita, a colui che ha trovato un posto di lavoro ad un loro figlio,ragazzi che compiuti i diciotto anni e quindi si avvalgono della falcoltà di esprimere il proprio voto,sono costretti a votare secondo la volontà dei genitori a causa di fovori ricevuti in passato o aspettative per il futuro,cittadini che hanno progetti illeciti per il paese,partiti politici trasformati in vere e proprie associazioni a delinquere,IO e chi la pensa cm me nn potremo mai governare o collaborare a governare il paese Mirto Crosia,ne adesso e ne in futuro,per il semplice motivo che non andremo mai avanti,perchè per moltissime persone saremo il loro incubo peggiore solo perchè amiamo la meritocrazia,l'ugualianza in tutti e per tutti,le cose fatte secondo un regolamento,NON applicheremo mai la dura legge presente nel nostro paese da moltissimi anni cioè "tu mi dai e io ti dò",andremo ad indagare e lotteremo con tutte le forze per vedere e discutere posti di lavori assegnati nell'ambito comunale in modo illecito e perciò facendo cosi automaticamente hanno tolto lavoro a persone che veramente lo meritavano ECC. ECC. Noi sognamo un popolo ^libera^ ,ci occuperemo di tutti nn solo per chi ci ha votati!!! Ma la realtà è questa la gente che vive a Mirto Crosia in questa tragica situazione vive altamente bene ,il mio è solo fiato e tempo sprecato,il paese è destinato ad una lunga agonia ( che oramai dura da trent'anni a questa parte) però quello che stupisce di più è che per le persone si rivela piacevole questa situazione tragica.Allora ti esce spontaneo dire che a questo punto sono CAZZI LORO e nonostante ciò una cosa è sicura personalmente lotterò e manderò avanti le mie idee,sono consapevole che saremo in pochi ma almeno "buoni". Buona fortuna Mirto Crosia con affetto Antonio Dell'orzo.

sabato 12 dicembre 2009

La semina e il raccolto

Il 16 ottobre del 2003 (duemilatre!) il presidente della Commissione Cultura Francesco Leonetti redasse un documento che raccoglieva le proposte che erano venute fuori dalle riunioni della Commissione di cui io e Gennaro Oriolo abbiamo fatto parte. Riporto qui alcuni estratti del documento al semplice scopo di onorare l'impegno di verità che abbiamo preso con la creazione di questo spazio virtuale. Essendo la Commissione un organo collegiale, non dirò chi partorì queste proposte specifiche qui riportate. Sono contento che quelle proposte siano state seminali.

E) Festività natalizie

Il prossimo Natale non dovrà essere spento, vuoto e privo di interessi come negli anni passati. La commissione ha formulato al riguardo tutta una serie di proposte che, con una spesa minima, potrebbero essere realizzate nel periodo natalizio.

[...]

4. Creazione di un isola pedonale che comprenda una parte di via Risorgimento e di P.zza Dante. Essendo stato già sperimentato in passato e con esiti poco incoraggianti, si dovrebbe riproporre in un modo nuovo e che possa attirare l’attenzione e la curiosità dei nostri concittadini. L’idea della commissione prevede l’uso di una serie di gazebo da disporre tra P.zza Dante e via Risorgimento, da destinare ad una serie di iniziative culturali e di intrattenimento atte a riempire il vuoto e la desolazione di questi luoghi che, ahimè, emerge drammaticamente nel periodo di Natale. Si potrebbe pensare di destinare un gazebo ad ogni scuola, che lo gestisca in totale autonomia altri potrebbero essere riservati a pittori, scultori e artigiani; uno potrebbe essere dedicato alla produzione di derivati del latte; altri ancora potrebbero essere allestiti dalla Amministrazione provinciale di Cosenza, dalla Sibaritide, dalla Croce Rossa, dall’AVIS, dal WWF e così via. Presepe vivente: una giornata potrebbe essere dedicata alla rappresentazione vivente della natività.

giovedì 10 dicembre 2009

Nero Natale


I colori sono ambigui e il significato attribuito loro non è univoco. Calimero, il pulcino respinto dalla madre perché nero, anela al bianco per essere accettato, e la sua 'negritudine' è solo 'sporcizia' che è possibile lavare via. I pastori tedeschi dediti alla caccia ai niggers da parte dei membri del Ku Klux Klan erano chiamati white dogs. E forse non è un caso se i congolesi accolsero con diffidenza George Foreman quando scese dall'aereo che lo aveva portato nell'allora Zaire per disputare il Rumble in the Jungle con al guinzaglio un enorme pastore tedesco. Un cane da bianchi (e razzisti). Fino alle turpitudini leghiste, come il White Christmas organizzato per ripulire Coccaglio, cittadina nel bresciano, dai negher. White naturalmente lì non è la neve, o almeno non quella che scende giù dal cielo (di 'neve' in Lombardia se ne consuma davvero tanta, stando alle analisi svolte sui fiumi e sulle banconote).
In tutti questi casi, la mia simpatia va, istintivamente, al colore nero (quello dei deboli da difendere), contro il bianco (quello degli stupidi).
Ma anche il nero è ambiguo. Può essere il colore dei deboli da difendere, appunto, ma anche il colore delle tenebre contrapposte alla luce.
Credo sia per questo che il Natale è 'bianco'. Non certo perché è la festa dei bianchi. Ma perché è la festa della luce, della nascita di Cristo. Che si sia cristiani o no (quest'ultimo è il mio caso), il Natale è la festa della gioia e della luce, della vittoria sulle tenebre. E si festeggia, solitamente, con eventi che richiamino quella gioia, quella vittoria.
Certo sarebbe bello che quella gioia non fosse effimera o conformista o peggio ipocrita, come accade quando a Natale siamo tutti più buoni e subito dopo torniamo le merde di sempre. E sarebbe bello se anche gli eventi ludici e spettacolari che servono a festeggiare quella gioia non fossero conformisti, ipocriti, patetici.
Ma trasformare il Natale da bianco (la luce, la gioia, la vittoria sulle tenebre) a nero (il macabro, il male, il nichilismo) mi sembra troppo.




Il dubbio mi viene guardando gli eventi in programma per il periodo natalizio a Crosia. In particolare, mi colpisce la denominazione degli organizzatori: 'progetto Mayhem'. Ora, il nome 'progetto Mayhem' deriva da un romanzo di Chuck Palahniuk, Fight Club, e dal film omonimo che ne è stato tratto. Si trattava di un gruppo di anarco-eco-terroristi nichilisti e dediti sostanzialmente a una violenza distruttrice e gratuita. Ma il nome Mayhem - parola che in inglese vuol dire caos, confusione, distruzione violenta, seminare il panico, lesioni personali - ha un riferimento ben più oscuro: si tratta del nome di una band scandinava di black metal. I Mayhem sono famosi non solo per i nomi dei componenti della band (Attila, Dead, Hellhammer, Blasphemer, Occultus, Maniac, etc.) o per le loro performance bizzarre (squartare pecore morte sul palco, esibire e poi gettare sul pubblico teste mozzate di maiali, ferirsi fino a rischiare di morire dissanguati), ma per il fatto che la copertina di un loro disco ritrae un uomo morto. Non una snuff picture, un morto vero. La foto ritrae infatti il cantante dei Mayhem, Dead, con le vene tagliate e la testa fracassata da un proiettile (non pubblicherò la foto perché è davvero raccapricciante, ma ognuno può vederla cliccando qui). Dead si suicidò: quando il compagno dei Mayhem tornò a casa trovò il cadavere e pensò bene di scattargli una foto da mettere poi sulla copertina del disco. Secondo una leggenda macabra, inoltre, qualcuno raccolse pezzi di cervello e pezzi di cranio del suicida: ingredienti per un piatto i primi, feticci per gli 'amici' i secondi.
Detto tutto questo, ci sono due possibili spiegazioni: che chi ha organizzato questa cosa e chi l'ha autorizzata non sapessero tutto questo (il che è piuttosto grave e dimostra una grande superficialità culturale); che chi ha organizzato (ma forse non chi ha autorizzato) sapesse benissimo di cosa stava parlando e a cosa faceva riferimento. Si tratta di humor nero (festeggiare le festività natalizie con un nome dissacrante che fa riferimento alla violenza estrema)? Che simpatici burloni, i giovani di Crosia!
Ecco che l'irritante bianchezza di Coccaglio diventa presagio di cattiveria, mentre a Crosia il nero che ispirava simpatia e solidarietà mette un po' i brividi.


lunedì 7 dicembre 2009

Ladri di saponette

Quando uscì Ladri di biciclette di De Sica, Giulio Andreotti commentò che i panni sporchi si sarebbero dovuti lavare in casa, e che quel film screditava l'Italia agli occhi della comunità internazionale. Giudizi analoghi hanno colpito, nel corso della nostra storia, altre opere che denunciavano i mali della nostra società e della nostra politica.
Fino all'accusa rivolta a Gomorra di Roberto Saviano di dare un'immagine negativa dell'Italia all'estero.
Per uno strano, mal interpretato principio di amor di patria, qualcuno ritiene che non si debbano mettere in luce i limiti dei luoghi a cui si appartiene. Ai critici viene di solito detto "tu non ami il tuo paese".
Ovviamente non è vero. E' per troppo amore che c'è qualcuno che decide di occuparsi seriamente dei problemi del proprio paese. Amore per il proprio paese, ma anche amore viscerale per la verità.
Quanto sia sbagliata e capziosa l'affermazione secondo cui chi critica lo fa perché non ama lo dimostra l'atteggiamento di Silvio Berlusconi.
Quando qualcuno fece notare con veemenza polemica il rapporto malato tra le passioni 'private' di Berlusconi e la scelta delle candidate alle elezioni, Berlusconi schiumò di rabbia e disse che i critici stavano "sputtanando l'Italia".
Niente di più falso: era (è) lui che sputtana l'Italia. Chi lo criticava lo faceva per il troppo amore della verità e per l'Italia.
Ancora peggio, perché dimostra in chi lo dice una malsana personalizzazione della politica e della cosa pubblica (L'état c'est moi), quando qualcuno sostiene che chi critica lo fa perché 'odia' o 'prova antipatia' per la persona. Naturalmente, chi argomenta in questi termini lo fa per tentare di depotenziare la critica, di ridurla a faccenda personale. Niente di più falso. Sarebbe come sostenere che Woodward e Bernstein odiavano Nixon, o come dire che Travaglio (che peraltro è un liberale di destra, à la Montanelli) odia personalmente Berlusconi, o che Giuseppe D'Avanzo ha un problema personale con il presidente del consiglio. Come si vede, sarebbero sciocchezze belle e buone, e vorremmo dissuadere sin da ora coloro che vorranno utilizzare questi argomentucci: non esponetevi al ridicolo.
Vorremmo fare gli stessi ragionamenti, mutatis mutandis, per il nostro martoriato paesello, Crosia.
Un paese diventato negli anni più simile alla periferia di Beirut che a un paese dell'Italia. E non per uno strano scherzo del destino, ma per precise responsabilità politico-amministrative e culturali.
Noi non possiamo essere accusati di non amare il nostro paese solo perché vogliamo raccontare che non è giusto, secondo principi di etica pubblica, che un vice-sindaco e assessore ai lavori pubblici sia al contempo socio di un grosso imprenditore edile del nostro paese; non possiamo essere accusati di non volere bene al nostro paese se diciamo che ci pare assurdo che un'amministrazione che si barcamena malamente in un dissesto finanziario di fatto (oltre 2 mln di euro di debiti fuori bilancio) spenda 3.000 euro in agende e calendari; non possiamo essere accusati di non volere bene al nostro paese se ne denunciamo i mali. Al contrario, noi amiamo troppo il nostro paese. E amiamo la verità.
Per questo noi non stiamo con Andreotti o con Berlusconi. Noi stiamo con De Sica e con Saviano.
Ma siccome non ci prendiamo troppo sul serio, stiamo anche con Maurizio Nichetti, che come omaggio al maestro De Sica girò un film dal titolo scherzoso di Ladri di saponette. Ecco, per non prenderci troppo sul serio, noi siamo ladri di saponette.