venerdì 31 dicembre 2010

Buon 1980, Crosia!


Il 2010 sta per finire anche a Crosia. Nonostante nessuno se ne sia accorto, un altro anno è passato.
Impossibile accorgersene. Chiunque abbia preso parte all'inaugurazione della sala pomposamente denominata Pala-teatro e ancor più pomposamente, quanto scorrettamente, intitolata alla "città" di Crosia,

(una città può dirsi tale solo su autorizzazione di un apposito decreto del Presidente della Repubblica per ragioni di interesse storico, artistico, architettonico etc.; stessa cosa vale per la corona sullo stemma, dato che essa è l'attributo proprio delle città così come riconosciute dal Presidente della Repubblica) si è reso conto che il tempo a Crosia non scorre ma si rapprende. 
La lodevole creazione di uno spazio 'culturale' (occorrerà vedere l'uso che ne verrà fatto, ché a nulla serve creare uno spazio se non si creano negli utenti le premesse culturali e cognitive per sfruttarlo) ha risentito del solito, imperituro provincialismo culturale e politico. Il grottesco spettacolo delle prime file della platea, zeppe dell'immobile notabilato locale, lo stesso da 30 anni, compreso il prete 'emerito' che con sprezzo del ridicolo ha proposto per Crosia una statua di Dante, forniva un quadro vivo, anzi sarebbe meglio dire morto, del tempo che non passa. Il sindaco, lo stesso di diversi decenni fa, è salito sul palco con oltre un'ora di ritardo e, ripetendo il copione degli auguri di Natale ai cittadini - dovevano essere a nome di tutto il Consiglio comunale e invece erano pieni di partigianeria e livore - ha pronunciato un discorsetto tutto politico su ciò che non funziona nel Comune di Crosia. Ma prima delle autorità amministrative si è assistito alla scenetta del prete che pronuncia una specie d'omelia, chiedendo al pubblico di alzarsi in piedi come a messa e benedicendo un luogo laico con l'auspicio che esso serva a una più capillare diffusione del messaggio evangelico. Eppure il buon parroco non è stato l'unico comprimario assieme al sindaco. Il prefetto, da par suo, con un marcato accento campano ci ha spiegato, tra le altre cose, cos'è la democrazia e come devono comportarsi opposizione e maggioranza (si vede che a Cosenza non gli è arrivata una bella descrizione di ciò che accade a Crosia). Per concludere poi con una perla notevole, degna di rimanere negli annali della storia crosiota: che gli attentati ai sindaci in Calabria non sono da attribuire ("come qualcuno vorrebbe fare intendere") alla 'ndrangheta. Ah no? E - di grazia - a chi, Eccellenza?
Ecco, è quando il prefetto ha pronunciato quelle parole che abbiamo deciso di sottrarci a quello strano Giorno della Marmotta in cui tutto si ripete uguale al giorno prima (salvo che qui la marmotta stava sulle spalle delle azzimate signore), con gli stessi attori, le stesse comparse, le stesse dinamiche, le stesse parole.
Ma sarebbe bastato, come abbiamo fatto noi, uscire dal Pala-teatro per capire che l'immobilismo era solo una sensazione, che il presepe delle anime morte era racchiuso lì dentro. Perché, a guardar fuori, non tutto è rimasto come prima. Anzi: è peggiorato.
Buon anno a tutti (1980 o 2011 che sia)!!

2 commenti:

  1. ma vedrai che qualcosa cambierà...
    solo che dovremmo essere noi delle nuove generazioni i promotori del cambiamento,il vento di novità adatto a spazzare via vecchie volpi della politica locale... ma se voi tutti abbandonate la vostra terra mi chiedo come sia possibile la cosa?
    perciò vi invito a ritornare ed insieme a combattere...
    buon anno

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  2. qualcuno veramente votato al martirio e alla santità potrebbe pensare di combattere a crosia pur sapendo che senza clientelismo e altri mezzi simili otterrebbe solo di convincere 3 o 4 persone...

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