mercoledì 1 settembre 2010

Essere bastardi a Mirto-Crosia




Stando ai dati del Ministero del Welfare i cani randagi o senza padrone in Italia sarebbero 600 mila, 450 mila di essi vivrebbero in stato di abbandono in strada (dati Corriere della Sera, 27.07.10), soprattutto al Sud. Nelle regioni meridionali non è difficile imbattersi, persino nelle grandi città come Palermo o Napoli, in branchi di cani che vagano in cerca di cibo e riparo e di una mano amica che faccia loro qualche carezza. Purtroppo invece trovano spesso botte, maltrattamenti, crudeltà o addirittura una polpetta avvelenata.
I cani randagi sono veri e propri fantasmi contemporanei,
soggetti (perché di questo si tratta: per l'ordinamento italiano e nella riflessione filosofica, etica, giuridica essi sono titolari di diritti e comunque soggetti morali degni di tutela) che molti fanno finta di non vedere. Volontari, privati cittadini, persone sensibili si occupano di loro mentre le istituzioni spesso fingono che il problema non esista. Ciò dimostra non soltanto l'insensibilità dello Stato, delle regioni, dei Comuni, ma denuncia anche il loro distorto concetto di civiltà. Qualcuno ad esempio pensa che  "basta ca ce sta 'o sole, ca c'è rimasto 'o mare" per fare turismo. Ma come si può anche solo pensare che vedere -- come accade al Sud -- cani (ma anche gatti, per non dire degli animali selvatici come le volpi) uccisi per la strada, cadaveri lasciati al sole a consumarsi, cani randagi che attraversano le strade, sia un allettamento per i turisti abituati a ben altri standard di rispetto degli animali? La vista di questa vera e propria carneficina o quella di animali destinati a un futuro tragico dovrebbe ripugnare chiunque voglia dirsi 'umano' nel senso più alto e pieno del termine.
Tutto ciò riguarda anche il Comune di Crosia, ormai invaso da questi poveri fantasmi di cui solo qualche buon cuore si avvede. Risulta davvero incomprensibile che nessuno decida che è ora di porre fine a questo scempio, promuovendo una campagna di adozioni, imponendo il rispetto delle leggi vigenti, mettendo al sicuro questi animali e le persone che rischiano la vita a causa di bestie incolpevoli che vagano anche per le strade più trafficate come la s.s. 106. Per la legge il Comune di Crosia è proprietario dei cani senza padrone presenti sul suo territorio, ed è dunque tenuto -- ripeto, per legge -- a occuparsene. Sono convinto che la soluzione non sia il canile, ma l'adozione. Il canile a volte è un lager, e nella migliore delle ipotesi una prigione dorata.
Scrivo dunque per chiedere delle risposte al Comune di Crosia: perché non si prende cura di questi cani? Perché non promuove campagne di adozione? Perché non impone il rigoroso rispetto dell'anagrafe canina che impedirebbe l'abbandono e che è già prevista dalla Legge Regionale 41/1990? Perché non applica le convenzioni (sicuramente sottoscritte) per far sì che i cani che non si riesce ad adottare siano sistemati in canili confortevoli sui quali lo stesso Comune dovrebbe esercitare un controllo per il rispetto di standard di 'vita buona' o 'degna' per questi animali? Perché non regolamenta e favorisce l'esperienza dei 'cani di quartiere' di cui da sempre la gente si prende cura, rendendo però i soggetti volontari che lo fanno responsabili dei cani e controllando che nelle aree in cui tali cani dimorano non ci siano pericoli per i cani (macchine che sfrecciano ad alta velocità) e per le persone? Perché non si dota di un regolamento per gli animali domestici in cui dispone le norme da seguire per prendersi cura civilmente di un animale?
Non si pensi che la 'facile' risposta sia far 'magicamente' sparire questi animali, perché vorremo sapere dove saranno finiti e perché uccidere o maltrattare un cane è un reato. E non si risponda che ci sono problemi più importanti, poiché questo argomento viene spesso usato per non occuparsi né dei problemi più importanti né di quelli meno importanti (ci sarà sempre qualcosa di più importante da risolvere). Queste domande esigono delle risposte dalle istituzioni. Risposte serie e in linea con le leggi vigenti, anche quelle penali. Risposte che esigiamo in quanto cittadini e in quanto esseri umani: vogliamo sapere perché a soggetti come noi (poiché ciò che ci accomuna al regno animale è la capacità di provare dolore e sentimenti) viene riservato un trattamento diverso e crudele.

7 commenti:

  1. Perché? Forse perché certi diritti non sono ancora riconosciuti da tutti; quindi in primis ci vorrebbe una bella campagna di sensibilizzazione, da attuarsi fin dalle scuole elementari (e una/due generazioni per assorbirla).
    E poi l'onestà di non speculare sui denari destinati ai canili; chissà quanta gente 'ci mangia'... Ma se ci sono tuttora così tanti esempi di malasanità 'umana', in che posizione nella scala di valori di queste persone pensi che possano stare dei cani?

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  2. gran bel pezzo! grande Framaria e grandi tutti coloro che si batton per i ns amici a 4 zampe!

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  3. Io per segnalare un cigno ferito ai vigili di crosia, che facevano finta di non sentire, ho dovuto farlo con una raccomandata. Unico esito la sparizione del cigno.

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  4. sono d'accordo..se esiste una regolamentazione và rispettata...
    insisterei sul concetto del "cane da quartiere"..
    io già mi occupo di qualche randagio in Via Risorgimento e se ci fosse un regolamento lo seguirei...inoltre vorrei più volontari e tra questi magari un veterinario.. ma chiedo troppo mi sà

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  5. l'ho letto ora! Mi piace ed esprimi concetti che condivido. Tocchi tanti e importanti punti relativi al randagismo...Sai che io quando decido dove andare in vacanza escludo a priori località dove il randagismo dilaga?...non ce la farei!!!Sole e mare non bastano ad attrarre turismo....la civiltà è un'altra cosa!!!I comuni sulla questione randagismo tergiversano o sono latitanti.....soprattutto al Sud!!! Alla fine però penso che dove ci sono doveri ....non ci sono diritti rispetati! i canili lagher sono il prodotto di quei comuni lavativi! "I randagi in canile"...se poi questi canili sono L'INFERNO PER GLI ANIMALI.....non è un problema che gli riguarda!!!Credo che l'Italia intera sia ingnorante e davvero poco sensibile su questo tema e le persone che hanno cuore o non hanno risorse economiche o non hanno la tranquillità mentale di andare avanti. Non so al nord ma ti assicuro che al sud si aggiunge un problema di non poco conto...ci sono volontari o associazioni che vivono sui cani!!! Concludo: BELL'ARTICOLO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  6. A Scandicci due anni fa abbiamo approvato in consiglio comunale un bel regolamento sul trattamento degli animali. sE VOLETE VE LO POSSO INVIARE.
    Saluti
    Gennaro

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  7. Da noi, alle porte di Milano, la cosa è molto ben regolamentata. I cani "vaganti" vengono subito segnalati dai cittadini agli agenti di polizia locale (ex vigili urbani), che li portano in comando. Dal comando i cani vengono portati al canile sanitario dove devono rimanere per 10 giorni (a spese della Asl veterinaria). Dopo questi 10 giorni di "osservazione", i cani vengono trasportati nel canile rifugio, che è quasi sempre un Ente Protezione Animali. Oltre alle iniziative dell'Enpa stesso, di solito gruppi molto attivi, ci sono varie iniziative comunali per sensibilizzare l'adozione dei cagnolini, fra cui quella di pubblicare foto e articoli sul giornale comunale. Inoltre, non spessissimo ma succede, personale comunale effettua un sopralluogo al canile rifugio per constatare le condizioni degli animali. Certo non si può impedire che queste povere bestie soffrano, ma con poco impegno e, vi assicuro, veramente poca spesa da parte del comune, si può almeno assicurare a queste creature una "fase di passaggio" dalla vita vagabonda all'adozione, almeno dignitosa.

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