domenica 9 maggio 2010

Cancellate quelle scritte! In memoria di Peppino Impastato


Trentadue anni fa, il 9 maggio 1978, la mafia uccideva Peppino Impastato, geniale e coraggioso attivista culturale e politico di Cinisi, in provincia di Palermo. Alla sua memoria, anche grazie al film di Marco Tullio Giordana I cento passi, nel tempo sono state dedicate targhe e scuole. La stupidità leghista ha cercato di macchiare la memoria di Impastato per inseguire la fola dell'identità locale, ma al Sud Peppino Impastato muore tutti i giorni nelle strade, sui muri. E muore anche nella piccola Crosia,
dove nell'incuria generale è possibile leggere scritte inneggianti ai vari criminali del secolo scorso e a coloro che invece, attraversando i secoli, sono criminali da generazioni. Tempo fa campeggiavano scritte inneggianti a Mussolini, scritte anti-semite e altri 'splendidi' biglietti da visita per coloro che avessero la ventura di attraversare Crosia e Mirto, la sua frazione.
Ma campeggiavano e campeggiano anche scritte che, come dicevo, uccidono la memoria di chi, come Impastato, ha coraggiosamente, e anche in qualche modo 'allegramente', con tono canzonatorio, combattuto la mafia. Così si può leggere "Corleone", "La Santa", "Il capo dei capi" e altre orribili tracce della stupidità umana. Perché voglio sperare che di questo si tratti: di stupidità inconsapevole, di ignoranza becera, di assenza di educazione alla legalità intrisa di superficialità giovanile. Certo, tutto cose gravissime, ma forse meno inquietanti e gravi della consapevolezza, meno gravi di sapere che qualcuno ha scritto quelle cose sui muri perché davvero condivide i 'valori' mafiosi (e 'ndranghetisti) e perché davvero sa di cosa sta parlando.
Sapere che l'alternativa è tra giovani crosioti e mirtesi che condividono la cultura mafiosa e giovani crosioti e mirtesi che scrivono sui muri cose gravissime senza averne consapevolezza, senza sapere la gravità di ciò che stanno scrivendo, è qualcosa che fa tremare le vene e i polsi, nell'un caso come nell'altro.
Così come è avvilente sapere che nel centro storico di Crosia campeggia ancora, a cento passi dalla chiesa, a cento passi dalla Piazza del popolo, una scritta sul muro. Una scritta che ha avuto un destino migliore di quella iscrizione che, a pochi passi da lì, recava la splendida faccia di Garibaldi iscritta nella stella a cinque punte. Si trattava di una propaganda del Fronte Democratico Popolare per le elezioni del 1948, ed è stata cancellata, ricoperta dall'intonaco nuovo. 
Ciò che invece non è stato cancellato, e che fa ancora bella mostra di sé, è la scritta "Tano Badalamenti" su un muro bianchissimo. Anche in quella scritta muore tutti i giorni Peppino Impastato.

1 commento:

  1. nn sanno cosa dicono ...
    sono ragazzini...
    anche se a dire il vero e da ragazzini che andrebbero corretti e portati sulla giusta lunghezza d'onda..

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