venerdì 1 gennaio 2010

LA FORMA MENTIS

C'è ancora qualcuno che non si riesce a spiegare come è possibile che ci siano, A MIRTO, delle persone che non possono essere ricattate con i favori (FACCIENULU NU PIACIRU).
Com'è possibile che questi morti di fame non abbassino la cresta e si conformino ai loro voleri, eppure non hanno un lavoro e hanno moglie e figli?
E' difficile spiegarlo a chi intende la cosa pubblica come una propria proprietà, noi vogliamo che si rispettino le regole, che ci si comporti in base alla nostra Costituzione Repubblicana ed Antifascista.
E' così come i nostri padri hanno combattuto i loro PADRONI, rischiando veramente la vita, noi combatteremo questi PADRONICCI; non accetteremo mai le loro elemosine.
NOI VOGLIAMO CAMBIARE IL MONDO E LO VOGLIAMO CAMBIARE ORA

18 commenti:

  1. proprio perchè è difficile cambiare le cose, che esiste la ns terra dei cachi!!!!

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  2. certe vote ci su li ricattati e li ricattuturi...ma i peju su chiddi ca chierennu non ottenan li favuri...
    oja vi volia cuntare na storia e nu diessinu...segretariu diventatu pè divinu...
    si u divinu l'avissa accuntentatu oja un fossa e sa manera avvelenatu...
    oja u comunista antifascista a de fare...pì potire contru u divinu e ri sua seguaci parrari...
    ogni riferimento a persuna o cosa ntra sa poesia scritta male è sempre casuale e re fatta pè vi fare pensare...

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  3. cata' lo sapevo che anche tu avevi il tuo scheletro nell'armadio... chissà cos'avrai chiesto, e a chi! ahahahhahah

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  4. ahahahah, o preteso il mondo, e come sai il mondo non me lo si poteva dare, peccato.... ahahah
    Ti racconto una favoletta:
    Un ragazzo di belle speranze finite gli studi a Bologna, dovette ritornare in un paese che non sentiva suo, non aveva un amico, non conosceva proprio, perchè doveva assumersi le sue responsabilità come unico maschio della famiglia, eh sì! in alcune famiglie certe responsabilità ancora ci sono.
    IL paesello gli sembrava una prigione, le ragazze tutte smorfiose e pretenziose, insomma si sentiva proprio male.
    Ma, il nostro ha sempre avuto un carattere forte, e nonostante la sua timidezza cronica decise di darsi da fare.
    Ormai il padre non riusciva più a frequentare il partito (prima PCI, poi PDS) come una volta, era minato nel fisico e nello spirito; il nostro, anche se a Bologna aveva frequentato i circoli e le feste del PRC, decise che era un modo come un altro per uscire dall'isolamento e dall'apatia in cui era caduto, e decise di prendere il posto del padre nel direttivo dell'allora PDS, pensava che dopotutto anche loro erano comunisti (a dire il vero il suo essere catapultato nel direttivo senza essere nemmeno iscritto, non gli sembrò molto ortodosso).
    Il segretario di allora era il Compagno Giovanni Forciniti, un suo conoscente, incontrato a Bologna.
    Insomma per lui era un modo di svagare dalla triste realtà che lo circondava e dalle preoccupazioni famigliare e lavorative, un vero è proprio passatempo schiacciapensiere.
    Fine prima puntata

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  5. LE PROVINCIALI
    Il nostro, restò sorpreso dal fatto che di direttivi non se ne facevano, pensava che forse la sua scelta e i motivi della sua scelta venissero delusi.
    Il primo direttivo a cui partecipò come membro effettivo riguardava la spinosa questione della giunta Marincola, a presiederlo c'era il Compagno Villella. Più che di direttivo sarebbe meglio parlare di processo nei confronti del compagno B. F.
    Quella sera si decise che il partito appoggiava in toto la linea proposta dal Compagno Santoro Antonio (Tonino) e che lo stesso compagno sarebbe stato il segretario dl partito fino al nuovo congresso, di fatto in questo modo il congresso precedente fu cancellato.
    Il Compagno B. F. se ne andò sbattendo il suo pugno sul tavolo della presidenza, e gridando tutta la sua amarezza in faccia al Compagno Villella.
    Da allora i direttivi furono abbastanza regolari,
    il nostro iniziò a conoscere l'Intellighentia del partito e il suo modo di fare, ne resto affascinato, anche se non riusciva a capire le loro doti di politici.
    Venne il tempo delle scelte.
    Ci fu in particolare un drammatico direttivo, nel quale si doveva decidere il nostro candidato provinciale.
    Il segretario Santoro Antonio, apri il dibattito con la faditica domanda: "C'è qualcuno che vuole candidarsi?" Si autocandidò il compagno Forciniti Giovanni, il Compagno Madeo Franco espresse la sua contrarietà a questo modo di fare, disse: "non è possibile che la nostra scelta debba essere condizionata dall'alto". Il nostro non riusciva a capire cosa volesse dire. In ogni caso passò la candidatura del compagno Forciniti, quasi all'unanimità, il nostro ritenne opportuno astenersi.
    Come gli era stato insegnato, il nostro fece sua la decisione presa dal partito, e la portò avanti senza farsi troppe domande.
    Partecipò alla riunione del collegio, che allora comprendeva Rossano Paese e Crosia, nella quale passò la candidatura del Compagno Forciniti, in quell'occassione incontrò per la prima volta il Compagno Pacenza, al quale il nostro, il candidato provinciale e Franco Madeo insieme all'interessata Lepera chiedemmo di spingere per l'entrata della nostra nella CGIL come avvocatessa.
    Era una contromossa contro B.F., capii dopo.
    Il compagno Forciniti non ce la fece, ottenne circa 1000 voti nel collegio, nel comune fu il più votato con circa 800 voti, al secondo posto si piazzò l'attuale sindaco.
    Era chiaro che il prossimo anno la battaglia politica per divennire sindaco era tra loro due.
    Fine seconda puntata

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  6. aju scritttu na pesia no cu la forma ma cu lu core...e tanti titi fatti su benuti fori...
    si scrivessa l'opera omerica...ncunu s'avissa de trasferire in america...
    ma iu un signu nu criticheru e po un sacciu scrivare cumu omeru...
    ma si la vita sua ncunu vo cuntaru io signu cu re ricchie tise all'ascoltare...
    ma subba i fatti e ru partitu...a cuntatu sulu chiddu ca l'è piaciutu...pecchì nu dicia adduv'era iddu quannu u divinu è crisciutu?

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  7. pè china su ricorda iddu si ch'era fino...volissa dire grazie a nu maestru c'un c'è chiù di nume Placido Beniamino

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  8. Iu nu divino aja avuto
    Tu nu divino oja hai
    Pirciò simu pari

    Iu nessunu piaciru cercai
    Tu piaciri oja va cercando
    Perciò nun simu pari

    Gigi guarda 'ntra a casa tua
    e nun accusare all'atri
    eri peccati tui.

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  9. Francè il nostro, precisa che lui fino al 1996 era a Bologna, non mi vuole fare pubblicare la terza puntata, "La Riorganizzazione", perchè dice tratta di argomenti che potrebbero urtare la sensibilità di persone che già sono stati ampiamente dannegiati moralmente e professionalmente.
    Io sono dell'idea di aspettare, chiaramente vorrei che qualcuno capisse da dove sta la parte del manico, ma, di imbecilli, presuntuosi ed arroganti che appena si vedono il culo si vogliono far chiamare signor culo il mondo è pieno e sono sicuro che l'Illiade proseguirà, con rinnovata stima, un semplice portatore di voti e racconta favole,
    Cataldo Muraca.

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  10. Cata, ora vogliamo la terza puntata!! Ah ah! Non stuzzicare il can che dorme!!

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  11. sì cata', anch'io voglio la terza puntata. ormai ci ho preso gusto!!

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  12. E' possibile avere i sottotitoli per una povera toscana che non comprende il dialetto?

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  13. COM’È DIFFICILE AMMETTERE LA VERITÀ, SI DICE DI NON AVERE DIVINI, MA ALLORA A CHI C.... SI CHIEDONO I PIACIRI? ALLA MADONNA INCORONATA, PER GRAZIA RICEVUTA?

    LA RIORGANIZZAZIONE
    Ormai era chiaro a tutti, bisognava prepararsi ad una battaglia interna alla sinistra crosiota, tra il vecchio socialista G. Aiello (già allora era vecchio) e l'arrembante G. Forciniti, espressione dei piani alti del PD provinciale.
    Il nostro, in base alla sua coerenza di fondo, che era: se io milito in un partito lavoro perchè passino le decisioni del mio partito, e non vedendo altra figura all'interno del suo partito in grado di contrastare adeguatamente il Preside decise di buttarsi anima e corpo nell'impresa: G. Forciniti Sindaco.
    L'anno che passò tra le provinciali e le comunali fu dedicato solo a questo scopo.
    Si iniziò con il riorganizzare il partito a tale scopo si decise di fare un’assemblea riorganizzativa, si diede il compito al nostro di preparare la relazione introduttiva.
    Nel frattempo il candidato a sindaco fu nominato responsabile organizzativo del partito provinciale, in buona sostanza era diventato il numero due del partito a livello provinciale dopo l'On. Olivierio (allora segretario provinciale del PDS), era un avviso ai naviganti, diceva a tutti attenzione questo è il nostro uomo.
    All'assemblea parteciparono all'incirca 40 compagni, e fu presieduta dal Compagno Oliverio.
    Dopo l'assemblea, che ufficializzò l'entrate nel direttivo locale del nostro, oltre alla conferma del vecchio direttivo e la legittimazione del segretario Tonino Santoro, si andò tutti a mangiare da Carnevale.
    E fu lì che con grande meraviglia fu avvicinato dall’allora segretario personale dell’On. Oliverio, il nostro chiede venia non ricorda il nome, il quale gli disse: “l’onorevole ha apprezzato molto la tua relazione, se vuoi ti lascio il mio numero di telefono e per qualsiasi cosa potrai rivolgerti direttamente a noi”, il nostro preso in contropiede non sapeva cosa fare, poi dopo un attimo di tentennamento disse: “La ringrazio, ma se avrò bisogno di qualcosa ve lo farò sapere tramite il Compagno Forciniti, grazie”.
    Qualcuno di Voi giudicherà questo comportamento da sprovveduto, e forse un po’ a ragione se si ha la forma mentis crosiota, ma il nostro non è un giocatore di poker o di tresette con il morto, se s’impegna in qualcosa non è da lui tradire alla prima occasione.
    Di quel periodo il nostro mi ha raccontato un fatto che lo aveva molto turbato. Una sera uscendo dalla sezione, dopo il direttivo, si incontra con degli amici, tra cui il signor Conforti Paolo, il quale lo rimprovera di stare a lavorare per quel partito causa del disastro di Crosia, il nostro tentò di difendersi, ma obbiettivamente la sua difesa faceva acqua da tutte le parti, anche perché gli si riferivano fatti ed eventi a lui del tutto sconosciuti, sul Segretario e sul candidato a Sindaco e finanche su alcuni compagni come F. Madeo, Monteforte, Scigliano, Palermo e così via, quella sera fu veramente mortificato, gli sembrava di far parte di una setta più che di un partito.
    E’ veramente strana la vita.
    Fine terza puntata

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  14. Da quando abbiamo chiesto di pubblicare con il proprio nome, non tutti hanno il coraggio di scrivere. "Uomini"!!

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  15. RICORDI
    Il nostro intende chiarire un fatto che lo ha visto protagonista nel lontano 2000, all'indomani della vittoria elettorale del dott. Forciniti Giovanni a Sindaco del nostro comune.
    Prima dell'elezione il nostro fu incaricato di costituire una piccola cooperativa, la differenza tra cooperativa e piccola cooperativa e che quest'ultima può avere anche solo 7 soci, dal compagno Forciniti Giovanni, con la promessa che questa una volta vinte le elezioni sarebbe stata impiegata nel comune per dei servizi esterni. In quel periodo si facevano tante promesse, una delle quali era quella, che ritengo leggittima, di favorire alcuni imprenditori locali per accedere ai fondi della 488, stabilendo una zona industriale più idonea da quella prevista allora.
    Ritorniamo a noi, dunque, si era fatta costituire questa cooperativa, il nostro non fa i nomi semplicemente perchè li ritene già abbastanza danneggiati,così il nostro all'indomani della vittoria faceva la spola tra casa e comune per ottenere ciò che era stato promesso, da notare che il nostro non faceva parte della cooperativa per sua iniziativa; purtroppo le attese andarono deluse, e il nostro ne restò particolarmente deluso, anche se continuò a fare la spola per almeno tre anni per intercedere a favore dei membri della cooperativa, con alterna fortuna.
    Nel frattempo scoppio il caso delle bollette dell'acqua prescritte, cioè il responsabile dell'uffico comunale ritenne opportuno inviare ai cittadini le bollette dell'acque risalendo a più di cinque anni prima gestite fino ad allora dall'ETR, nonostante quei crediti vantati dal comune fossero prescritti, anche perchè l'elenco dei morosi in possesso dell'ETR furono inviati in ritardo al comune.
    Appena, i cittadini si accorsero che era intervenuta la prescrizione, fecero ricorso al pagamento, così da intasare notevolmente il lavoro dell'Ufficio Tributi del Comune, si decise di dotarsi di un collaboratore esterno, è la scelta cadde sul nostro, il quale in quel periodo stava per iniziare la sua attività di imprenditore dopo aver finito il corso per il prestito d'onore.
    Quindi, in una delle innumerevole volte che il nostro si recava per intercedere per la cooperativa, l'assessore Santo Seminario gli chiese se era disposto ad accettare il gravoso incarico, si trattava di spulciare tra i tanti ricorsi quelli non accoglibili, per intenderci non era un lavoro tanto ben visto,il nostro considerando il proprio bisogno di denaro e che l'incarico era part-time e della durata di solo tre mesi accettò.
    Si fece i suoi tre mesi di collaboratore esterno al Comune di Crosia, dopodichè non chiese ne pretese proroghe. A dire il vero parecchi si meravigliarono, visto che i collaboratori esterni utilizzati in quel periodo per altre mansioni, sono poi diventati dipendenti comunali o collaboratori per tutte le stagioni.
    Il nostro si ricorda un interrogazione comunale presentata dall'allora consigliere d'opposizione Gerardo Aiello, sugli incarichi dati a collaboratori esterni, non so cosa gli fu risposto, ma non ricordo interrogazioni per le bollette, strano!!!!!
    Insomma, di quei sette della cooperativa, solo uno fu sistemato, ed il nostro dopo aver fatto loro recuperare parte delle spese sostenute per l'atto costitutivo, e non aver mai preteso una lira per il lavoro svolto, tramite la comunità montana della sila greca, da questi non ha mai preteso niente.
    Chiaramente il pellegrinaggio dal Sindaco continuò durante e dopo l'incarico ricevuto.
    Il nostro non vuole portare alcuna giustificazione al suo comportamento, che crede lecito, che siano altri che oggi sono grandi a doversi giustificare

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  16. Spero che così abbia risposto al signor gigginu u valigiaru e a tutti i curiosi

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